Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
F (54)
5. Fantin Luigi 10. Fattor Mario 11. Favarato Luigi 12. Favaretto Igino 14. Fedeli Mario 15. Felici Lucio 16. Felici Ulderico 19. Ferracci Angelo 20. Ferracci Umberto 21. Ferrarese Orfeo 22. Ferrari Antonio 23. Ferrari Cesare 24. Ferrari Giuseppe 26. Ferrero Michele 27. Ferretti Silvio 28. Ferri Celso 29. Ferrini Matteo 31. Ferronato Paolo 33. Filia Salvatore 36. Filippini Arturo 38. Fiori Giuseppe 39. Florentino Edgard de Jesus 40. Florczak Zygmunt 41. Florian Giulio 42. Foglia Giuseppe 45. Formentin Bruno 46. Foroni Pietro 47. Fragoli Antonio 51. Frette Marciano 53. Froli Marcello 54. Frosi Albino |
Sac.
Arturo FILIPPINI Tornato al Signore presso il Piccolo Cottolengo di Genova Castagna il 25 marzo 2005, a 91 anni d’età, 68 di Professione religiosa e 61 di sacerdozio. Riposa a Cacciola di Scandiano (Reggio Emilia). Era nato a Casalgrande (Reggio Emilia) il 17 dicembre 1913, battezzato due giorni dopo e cresimato il 3 ottobre 1921 ad Arceto. Sin da piccolo gli piaceva servire all’altare, dando segni di vocazione religiosa notati dal suo Parroco, che lo indirizzò ai Salesiani di San Luca a Bologna, dove completò le tre classi ginnasiali. Rimasto orfano di madre e con sei fratelli, non potendo sostenere le rette per continuare gli studi, per i buoni uffici del Parroco di Cacciola di Scandia (Reggio Emilia), fu accolto il 1° gennaio ’31 al Paterno di Tortona, all’età di 18 anni. Completate in un anno le due ultime classi del ginnasio, fece a Genova la prima e seconda liceo, seguite dalla terza a Tortona (’32-’35). Passò poi a Villa Moffa di Bra per l’anno di noviziato, emettendo i primi voti il 7 ottobre ’36 nelle mani di Don Sterpi. Per il tirocinio fu destinato assistente ai ragazzi orfani dell’istituto “Artigianelli” di Venezia, dal ’36 al ’39. Tornato a Tortona, riprese gli studi di teologia presso il seminario diocesano (’39-’43), completati con l’anno di pastorale a Castel Burio di Costigliole d’Asti. Emise i voti perpetui il 15 agosto ’41 nelle mani di Don Sterpi, e fu ordinato presbitero nel Duomo di Tortona, dal vescovo Mons. Egisto Domenico Melchiori, il 19 giugno ’43. Dopo un anno di assistenza ai chierici liceali di Villa Moffa, fu inviato ad aiutare nella parrocchia di Ognissanti, con particolare cura alla pastorale giovanile vocazionale dell’oratorio e della vicina scuola del “San Filippo Neri”, che gli donarono la gioia di vedere qualche vocazione giungere al traguardo della consacrazione e del sacerdozio, anche da altre case ed attività che l’obbedienza gli assegnava (’45-’48). Il suo amore per i giovani poveri e bisognosi gli fecero accettare la direzione dell’istituto “San Prospero” di Reggio Calabria, per l’assistenza e il recupero religioso, sociale e umano dei 200 e più ragazzi di strada, già duramente provati dalle vicende belliche, dando loro serenità, istruzione e fiducia nell’avvenire, facendosi benvolere e stimare dalle autorità e dalla popolazione per la sua disinteressata dedizione e spirito orionino. Dal ’53 al ’63 fece una nuova esperienza apostolica curando prima i giovani e le vocazioni nell’oratorio della parrocchia di Carbonia (Cagliari), fino al ’58, poi come direttore e parroco, allargando la cura pastorale a tutta la popolazione, assai povera e bisognosa, senza risparmiarsi, rifacendosi agli esempi del Fondatore. Lo stesso ministero e apostolato continuò nella nuova destinazione di Copparo (Ferrara), come consigliere e parroco (’63-’70) e dal ’65 anche direttore della comunità. Dal ’74 al 1984 lavorò come direttore prima, poi vicario e ancora direttore presso l’istituto per disabili in Via Capo di Mondo a Firenze, aiutando con il “lavoro protetto” il recupero e l’inserimento sociale dei più deboli e indifesi. Passò poi, per l’avanzare dell’età e il declino della salute, ad occuparsi del convalescenziario di Villa Cavo a Diano Marina (Imperia), sempre disponibile ai nuovi bisogni fisici e spirituali degli ospiti (’84-’90). Ripresosi nella salute, tornò a Firenze, lieto di condividere con i disabili il lavoro, le gioie e le fatiche del vivere, con spirito di umiltà e di sacrificio, finché glielo permisero le forze. Nel 2001 fu trasferito per adeguata assistenza, nel nuovo reparto per sacerdoti ammalati presso il Piccolo Cottolengo di Genova Castagna, accettando l’infermità con spirito di fede e di purificazione, resa più dolce dall’amore fraterno dei confratelli e del personale medico. Don Filippini viene sempre ricordato diligente, laborioso, zelante, di buona pietà, gentile e sorridente, attento alla persona, nella quale vedeva “l’immagine di Dio”, riferimento sicuro al Signore, cui si era consacrato senza rimpianti e dal quale attendeva il premio della fedeltà. Essendo
deceduto la mattina del Venerdì Santo, il giorno successivo fu celebrato un
semplice rito esequiale nella chiesa del Cottolengo e il lunedì trasferito a
Cacciola di Scandiano dove, dopo il funerale nella chiesa parrocchiale fu
sepolto nella tomba di famiglia. (dagli "Atti e Comunicazioni della
Curia Generalizia")
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