Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
F (54)
5. Fantin Luigi 10. Fattor Mario 11. Favarato Luigi 12. Favaretto Igino 14. Fedeli Mario 15. Felici Lucio 16. Felici Ulderico 19. Ferracci Angelo 20. Ferracci Umberto 21. Ferrarese Orfeo 22. Ferrari Antonio 23. Ferrari Cesare 24. Ferrari Giuseppe 26. Ferrero Michele 27. Ferretti Silvio 28. Ferri Celso 29. Ferrini Matteo 31. Ferronato Paolo 33. Filia Salvatore 36. Filippini Arturo 38. Fiori Giuseppe 39. Florentino Edgard de Jesus 40. Florczak Zygmunt 41. Florian Giulio 42. Foglia Giuseppe 45. Formentin Bruno 46. Foroni Pietro 47. Fragoli Antonio 51. Frette Marciano 53. Froli Marcello 54. Frosi Albino |
da Grotte di Castro (VT), morto a Roma il 14 agosto 1958 a 57 anni di età, 30 di Professione e 29 di Sacerdozio. Nato a Grotte di Castro (Viterbo) il 4-7-1901, piamente passato al Signore nel Piccolo Cottolengo Romano di Don Orione, il 14-8-1958, a 57 anni di età, 31 di professione religiosa e 29 di sacerdozio. Aveva vissuto in famiglia sino al 1915; entrò poi nell'Ordine dei Trinitari, ove professò il 4 novembre 1920, compiendovi, nel Collegio di Palestrina, il ginnasio e la filosofia; vi aveva vestito il sacro Abito nel 1916, e seguito il Noviziato. Lasciava l'Ordine nel maggio del 1925, ed adempiva ai suoi obblighi militari. Ma appena libero, faceva domanda, ed otteneva, da Don Orione, d'entrare in Congregazione. Completati gli studi Teologici in Venezia, al Manin, ordinato sacerdote nel luglio 1929 dal Cardinale La Fontaine, fu assistente agli Artigianelli sino al 1934, anno in cui, con Don Orione, si recò in Argentina, prestando la sua Opera specialmente nella Casa di Victoria. Tornato in Italia nel 1949, veniva assegnato all'Istituto San Filippo di Roma (1950-51); passava quindi alle Chiese, non ancora Parrocchie, di Borgo Mantello e Borgo Bainsizza, indi, nel '52. alla Parrocchia di S. Maria della Croce in Foggia. Di carattere docile e mite. Don Orione aveva molta benevolenza per lui. Caldeggiava le vocazioni, e portò alla Congragazione nuovi aspiranti. Verso il 1954 veniva destinato al Piccolo Cottolengo Romano di Don Orione, dove si rivelava ultimamente la inesorabile malattia che doveva condurlo alla tomba, dopo una breve parentesi di speranza. Dopo tanti anni di lavoro nel campo del ministero e dei Poveri, accettò dalle mani del Signore con edificante rassegnazione il male, e le sofferenze grandi che lo accompagnavano. Si spense piamente, con tutti i conforti della Religione, assistito dai Confratelli, nel Piccolo Cottolengo Romano di Don Orione. Don Ulderico Felici visse molto profondamente la propria vocazione, di cui solo pochi intimi raccolsero le aspirazioni sante e i vivi desideri. Amò teneramente il Servo di Dio Don Orione del quale sentì la potente attrattiva che lo portò a seguirne gli insegnamenti e il fervido apostolato. Nel temperamento raccolto e sereno Don Felici coltivò gli aneliti santi dell'apostolato fattivo. La dolorosa, lunga, ultima malattia ne affinò l'anima preparandolo santamente all'incontro col Signore di cui è edificante testimonianza la santa morte, vegliata e consolata dalle umili preghiere dei poverelli raccolti nella Casa benefica del Piccolo Cottolengo di Don Orione in Roma. "La Piccola Opera della Divina Provvidenza" dicembre 1958
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