Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
F (54)
5. Fantin Luigi 10. Fattor Mario 11. Favarato Luigi 12. Favaretto Igino 14. Fedeli Mario 15. Felici Lucio 16. Felici Ulderico 19. Ferracci Angelo 20. Ferracci Umberto 21. Ferrarese Orfeo 22. Ferrari Antonio 23. Ferrari Cesare 24. Ferrari Giuseppe 26. Ferrero Michele 27. Ferretti Silvio 28. Ferri Celso 29. Ferrini Matteo 31. Ferronato Paolo 33. Filia Salvatore 36. Filippini Arturo 38. Fiori Giuseppe 39. Florentino Edgard de Jesus 40. Florczak Zygmunt 41. Florian Giulio 42. Foglia Giuseppe 45. Formentin Bruno 46. Foroni Pietro 47. Fragoli Antonio 51. Frette Marciano 53. Froli Marcello 54. Frosi Albino |
Don FARINASSO GIOVANNI da Covone (Cuneo), morto a Santiago
(Cile) il 2 febbraio
1978, a 63 anni di età, 48
di professione e 38 di sacerdozio. Rimasto orfano di ambo i genitori a pochi anni, venne accolto nella nostra piccola Colonia S. Antonio di Cuneo, e in quell'ambiente di famiglia sentì presto la voce di Dio che lo chiamava alla vita consacrata. Arrivò a Tortona nel luglio 1928, e negli anni successivi attese agli studi prestando anche la sua opera dì assistente ai ragazzi di Campocroce e di Venezia. Dal 1935 al '40 fu a Tortona, alla Colonia S. Innocenzo, preparandosi all'ordinazione sacerdotale, che ricevette il 2 giugno 1940. Di carattere aperto, gioviale, franco, manifestò una forte tempra di lavoratore, lasciando ovunque un buon ricordo per il suo spirito di sacrificio e dì adattamento alle varie situazioni. L'obbedienza lo portò in Albania nel periodo difficile e pericoloso della guerra, ove si prodigò con generosità a sollievo degli orfani albanesi. Ritornato in Italia nel 1946 rimase alcuni anni a Colle Giorgi di Velletri, sempre pienamente a disposizione dei Superiori, che ritennero opportuno inviarlo a Santiago del Cile. In quella nazione spese tutte le sue migliori energie a beneficio degli umili e dei poveri, fatto oggetto ovunque di tanta stima e benevolenza per il suo tratto rispettoso e caritatevole con tutti, per la sua inesauribile pazienza e bontà. Accettò sereno la malattia che lo fece soffrire non poco negli ultimi anni, sempre edificando con la sua piena adesione alla volontà di Dio, che lo chiamò a Sé nella festa della Presentazione al tempio.
Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia
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