Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
F (54)
5. Fantin Luigi 10. Fattor Mario 11. Favarato Luigi 12. Favaretto Igino 14. Fedeli Mario 15. Felici Lucio 16. Felici Ulderico 19. Ferracci Angelo 20. Ferracci Umberto 21. Ferrarese Orfeo 22. Ferrari Antonio 23. Ferrari Cesare 24. Ferrari Giuseppe 26. Ferrero Michele 27. Ferretti Silvio 28. Ferri Celso 29. Ferrini Matteo 31. Ferronato Paolo 33. Filia Salvatore 36. Filippini Arturo 38. Fiori Giuseppe 39. Florentino Edgard de Jesus 40. Florczak Zygmunt 41. Florian Giulio 42. Foglia Giuseppe 45. Formentin Bruno 46. Foroni Pietro 47. Fragoli Antonio 51. Frette Marciano 53. Froli Marcello 54. Frosi Albino |
Sac. CELSO FERRI da Pagazzano (Bergamo), passato al Signore in Bergamo (Centro Don Orione) il 20 maggio 1997, a 81 anni di età, 61 di professione religiosa e 55 di sacerdozio. Riposa a Pagazzano (BG). Di umile famiglia della fervida terra bergamasca, nato il 18 giugno 1916, fu raccomandato a Don Orione dai sacerdoti del suo paese e il fondatore stesso e Don Sterpi lo accolsero in Tortona il 17 ottobre 1931, quando l’atmosfera della Congregazione e di Tortona era ancora rallegrata dagli echi dei festeggiamenti per la inaugurazione del Santuario della Madonna della Guardia. Fu aggregato allo stuolo di probandi che stavano preparandosi per passare al nuovo probandato di San Bernardino. Due mesi dopo ricevette dalle mani del Beato fondatore l’abito santo, nella festa della Madonna Immacolata, compiendo poi il ginnasio a Tortona, a Voghera e a Montebello. Per la filosofia fu tra i giovani più volonterosi e sacrificati, addetti in Milano alla preparazione della sede del Piccolo Cottolengo di Don Orione, aperto poi nel 1933. Lavorare e studiare fu l’impegno dato dai superiori a quei volonterosi liceali, che poi, nel 1936-37, compirono regolarmente il loro noviziato a Villa Moffa, alla scuola del venerato Maestro Don Cremaschi: al termine fece la prima professione nelle mani di Don Orione, il 7 novembre 1937. Celso Ferri amava poi ricordare che quegli anni di fatica manuale e sui libri e l’insegnamento di Don Cremaschi avevano aperto il suo cuore a un vivo entusiasmo per il servizio del Signore e un grande amore alla piccola Congregazione, sino all’anno di tirocinio trascorso al San Filippo di Roma (1937) e al provvidenziale anno passato alla Casa Madre di Tortona (1938), quando iniziò la teologia ed ebbe la grazia grande di vivere accanto a Don Orione e a Don Sterpi, di coglierne in abbondanza gli esempi e gli insegnamenti. Chiese perciò di far parte della schiera di sacerdoti e chierici che, nel maggio 1938, partirono per l’Argentina, con sede prima a Mercedes e poi a Nueva Pompeya. In Argentina terminò la teologia, fece i voti perpetui a Claypole-San José il 7 novembre 1940 e ricevette il presbiterato il 19 dicembre 1942, sempre a Claypole, da Mons. Giovanni Aragone. Dal 1942 al 1944 fu assistente dei giovani a Mercedes, poi, nel 1945-46 passò viceparroco a Buenos Aires, viceparroco e Insegnante in Barranqueras (1947), a Santiago del Cile (1948), a Cuenca-Tres Algarrobos (1949-51). Nel marzo 1951 fu destinato insegnante a Los Cerrillos di Santiago del Cile, dove trascorse tre lustri di lavoro. Dal 1967 al 1969 venne ricoverato in Cile per malattia e, dal 1969 al 1973, in cliniche italiane. Nel 1974 tornò in Cile, a Rancagua, come viceparroco fino al 1977, quando , tornato in Italia, fu, per cure, aiuto e riposo, a Buccinigo (1978), S. Sebastiano Curone(1979-80), Fubine (1981-83), a San Michele Tortona (1984-87) e a Redona-Bergamo (1988-97). Ebbe a soffrire alle gambe e alla gola, con serena offerta al Signore. Fu a Boston per perfezionarsi nella lingua inglese: diede il meglio di sé nella scuola e a bene dei fedeli più umili delle parrocchie dove lavorò con impegno e zelo.. “Le croci e le tribolazioni sono ovunque - scrisse più volte - : io spero, con l’aiuto del Signore, che mai mi è mancato, di superarle tutte. Cerco soltanto la volontà di Dio”. Tutto fece e sopportò confortato nelle sue pene da un grande amore verso le anime, la sua famiglia terrena, specialmente la mamma sofferente, e per l’amata terra Cilena, che gli fu, ed egli considerò, per quarant’anni, sua seconda patria. Nel 1983 ha pronunciato il IV° Voto di speciale fedeltà al Papa. (dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")
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