Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
R (53)
4. Raffa Bruno 8. Rampin Igino 10. Rastelli Ennio 11. Ratajek Jozef 12. Ratti Lorenzo 14. Ravera Carlo 15. Re Andrea 17. Re Vincenzo 18. Rebora Nicola 19. Reggiani Agostino Fra Redento 21. Renaudo Pietro 22. Renzini Alfredo 24. Riondato Luigi 25. Ripepi Domenico 26. Risi Giuseppe 27. Risi Roberto 29. Riva Angelo 30. Rivano Raffaele 31. Rizza Corrado 32. Rizzi Gino 33. Rizzo Antonio 34. Rocca Gaspare 35. Rodler Augusto 37. Rodriguez Pastrana Juan A. 38. Roggia Tommaso 39. Rosato Nicolas 40. Rosin Giuseppe 41. Rossi Bernardo 42. Rossi Nerino 43. Rossi Oreste 44. Rossi Valerio 45. Roszak Taddeo 46. Rotta Pasquale 48. Ruggeri Antonio 49. Ruggeri Attilio 50. Ruggeri Pasquale 52. Russo Michele 53. Ryzko Zygmunt |
da Peraga (Padova), morto a Genova Castagna il 24 agosto 1974 a 68 anni di età e 36 di professione. Apparteneva al gruppo delle «vocazioni tardive» come allora si designavano —, che rallegrarono il cuore del Padre Fondatore Don Orione dopo la fecondissima «questua» da lui lanciata nel 1927 Il caro Confratello giunse nella Casa Madre di Tortona nel 1928, quando già aveva 22 anni Don Sterpi gli fece iniziare le scuole ginnasiali assegnandolo al gruppo dei «carissimi», che vivevano all'ombra del Santuario della Guardia in avviata costruzione. Costatandone però subito le difficoltà nello studio, cercò di aiutarlo, trasferendolo alla Colonia Santa Maria in Roma-Monte Mario, dove ebbe scuola a parte da Don Orlandi e Confratelli mentre si rendeva utile a quegli orfani lavorando come calzolaio (1929-1937). Fatto il noviziato a Villa Moffa (1937-1938) permanendo la constatata inattitudine allo studio, accettò di passare tra i Fratelli Coadiutori e venne destinato alla Casa di Quarto Castagna in Genova, ove si dedicò, in qualità di infermiere, all'assistenza degli uomini invalidi. Richiesto dalla Postulazione quando questa nel gennaio 1958 prese sede nei locali dominati dalla «Madonna dei Mutilatini» a Roma-Monte Mario, fece parte di quella comunità religiosa, rendendovi generoso servizio, in umiltà e preghiera, quale cuoco e inserviente (1958-1966) Ritornò poi al Piccolo Cottolengo di Genova-Quarto Castagna. Religioso ben animato, ebbe il merito della sofferenza fisica e di quella interiore, per il vivo inappagato desiderio di divenire sacerdote. Vide poi docilmente nelle disposizioni dei Superiori la volontà del Signore e si prestò volentieri e con sacrificio egli stesso fisicamente provato nelle diverse mansioni esplicate e conchiusesi nel servizio degli anziani poveri e malati fino agli ultimi giorni della sua vita, quando, per improvviso collasso cardiaco, si ricongiunse al Signore.
"Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia"
FRATEL
ORESTE ROSSI, UNA VITA A SERVIZIO DEI POVERI Anche
il buon Fr.
Oreste Rossi se ne
è andato all'improvviso, senza che potessi più rivederlo dopo l'incontro alla
Castagna, nella settimana di Pasqua. Ero andato per la visita canonica e lo
avevo trovato benino (da tempo la salute era compromessa) e contento del suo
lavoro tra i « buoni figli ». Gli avevo chiesto se desiderava essere
sollevato dall'assistenza del gruppo di « buoni figli », data l'età e gli
acciacchi; mi aveva risposto che desiderava restare con loro, contento di
poter fare ancora qualcosa... E così è morto sulla breccia, prodigandosi
fino alla fine in un Piccolo Cottolengo, dove aveva prestato la sua opera
per una ventina d'anni, appena fatto il noviziato, e dove tornò come alla
sua casa, dopo la parentesi romana alla Colonia di Monte Mario e presso la
Postulazione. Partecipando ai funerali — confortato io stesso nel vedere,
con Don Parodi e i confratelli della casa e delle varie sezioni del Piccolo
Cottolengo, tanti altri nostri sacerdoti che si trovavano a Genova per un
corso di esercizi — ho intenzionalmente sottolineato l'apporto prezioso dei
fratelli coadiutori: in umiltà e silenzio, spendono spesso tutta una vita al
servizio di Gesù nei malati, nei minorati, attirando tante benedizioni sulla
famiglia religiosa ed assicurando a se stessi il premio promesso a chi non
solo ha dato un bicchiere d'acqua, ma l'intera esistenza a sollievo dei
sofferenti. (Don Giuseppe Zambarbieri)
|