Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
D (62) 14. Damele Michele 15. Danna Giuseppe 16. Dapra Cesare 22. De Cortes Frugoni Miguel A. 27. De Paoli Angelo 28. De Rosa Benito 31. Degaudenz Mario 35. Del Rosso Luigi 37. Del Fabbro Giovanni Battista 38. Delfino Filippo 40. Demarco Roberto 41. Demontis Cesare Fra Pacomio 43. Di Giusto Giosuè 45. Di Iorio Luis 50. Dobosz Francesco 51. D'Odorico Renato 52. Dominguez Ramon 53. Dondero Carlo 54. Dondero Giuseppe 55. D'Onofrio Cesare 57. Doria Luigi 59. Draghi Domenico 61. Durante Gerardo 62. Dutto Giuseppe |
Sac. Giovanni Dellalian da Ankara (Turchia), morto a Rancagua (Cile) il 16 dicembre 1982, a 67 anni di età, 49 di professione e 40 di Sacerdozio "Don Orione Oggi", aprile 2008: Armenia: giorni di pace interna e esterna Faceva parte di un significativo gruppo di orfani armeni tanto cari a Don Orione che si compiaceva di avere nei suoi Istituti questi discendenti di martiri. Di essi non pochi decisero poi di consacrarsi a Dio nella nostra Congregazione e il Fondatore, rispettoso delle tradizioni e delle ricchezze ecclesiali, volle che, per quanto possibile, conservassero il loro rito quasi a testimoniare nello stesso tempo lo spirito ecumenico proprio della nostra Famiglia religiosa. Don Giovanni era nato il 12 settembre 1915 ad Ankara in Turchia, l'antica Ancyra di Galazia gloriosa per ricordi romani e cristiani. Figlio di Clemente e di Dùrùck Pirellian, rimasto precocemente orfano di entrambi i genitori, a soli dieci anni nel 1925, il giorno della Madonna Addolorata, venne accolto nell'Istituto dei Cavalieri dì Rodi (Egeo) da Don Camillo Bruno. A Rodi compì le sue scuole elementari e i primi corsi del ginnasio. Ricevuto, secondo le consuetudini di allora, il santo abito il 4 aprile 1928, venne inviato in Italia per farsi nostro sacerdote, come costantemente desiderava. Compie il suo noviziato nel 1932, professando la prima volta a Montebello di Pavia il 16 agosto 1933, nelle mani di Don Sterpi. Ancora in Montebello il 23 giugno 1940, suo giorno onomastico, emette i voti perpetui. Le relazioni dei superiori costantemente lo qualificano: «zelante, pio, lavoratore che sa cogliere e utilizzare i dettagli del tempo». E' ordinato sacerdote nel Santuario di Fumo il 12 luglio 1942. La sua attività pastorale si svolge sempre di preferenza fra i giovani dato il suo temperamento dinamico e intraprendente e la costante giovialità del suo atteggiamento. Direttore dell'Oratorio del S. Filippo di Roma per alcuni anni, poi a San Severino Marche, passando poi nel 1949 ad Arnesano di Lecce. Con entusiasmo accoglie poi l'invito per lavorare all'estero e viene destinato prima in Brasile e poi al Cile; essendo apolide come armeno, consegue facilmente la cittadinanza cilena il che lo aiuta a meglio immettersi nel popolo a lui affidato. Parroco a Los Angeles, è poi nominato direttore dell'Hogar del nino, sempre in Los Angeles dal 1956 al 1959. Fu poi direttore a Santiago e a Quintero. Nuovamente inviato a Los Angeles, era stato due anni fa trasferito come Parroco a Rancagua, ove il Signore lo chiamò al premio, il 16 dicembre 1982. Esercitò anche l'ufficio di cappellano militare nell'aeronautica e in fanteria. Fu capitolare generale nel 1975, ma ciò che lo distinse sempre, oltre alla giovialità del carattere, fu un altissimo senso della vita religiosa. Alcuni stralci di suoi scritti possono rivelare queste doti. «Mi sono prefisso scriveva appena giunto a Los Angeles di dominare la gente con la bontà. L'arma più forte che Dio ci ha dato». E aggiunge « Mio programma è che mai un fedele esca dal mio ufficio parrocchiale insoddisfatto » (31 dicembre 1965). Circa l'ubbidienza così si esprime: «Mi sembra che il voto che richiede più sacrificio sia il voto di ubbidienza, soprattutto in questi tempi moderni, quando di tutto si vuol ragionare e tutto criticare, portando la vita religiosa dal piano soprannaturale a quello della natura. Sono tramontati i bei tempi di Don Sterpi, di santa memoria, quando di fronte a un'ubbidienza nessuno pensava a rispondere "non mi sento" » (23-9-1965) E di fatto il buon Don Dellalian fino all'ultimo, anche in circostanze difficili e con danno per la salute, seppe sempre ubbidire esemplarmente. Ancora chierico scriveva ai superiori. « Quanto sono mai consolanti gli articoli delle Costituzioni sui suffragi ! ». Che ora possa davvero sperimentare tale premura materna della Congregazione.
Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia
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