Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
D (62) 14. Damele Michele 15. Danna Giuseppe 16. Dapra Cesare 22. De Cortes Frugoni Miguel A. 27. De Paoli Angelo 28. De Rosa Benito 31. Degaudenz Mario 35. Del Rosso Luigi 37. Del Fabbro Giovanni Battista 38. Delfino Filippo 40. Demarco Roberto 41. Demontis Cesare Fra Pacomio 43. Di Giusto Giosuè 45. Di Iorio Luis 50. Dobosz Francesco 51. D'Odorico Renato 52. Dominguez Ramon 53. Dondero Carlo 54. Dondero Giuseppe 55. D'Onofrio Cesare 57. Doria Luigi 59. Draghi Domenico 61. Durante Gerardo 62. Dutto Giuseppe |
Sac. Angelo DE PAOLI da Scaldasole (Pavia), morto a Roma il 12 novembre 1959, a 74 anni di età, 47 di Professione e 46 di Sacerdozio. Roma, 13 Novembre 1959. Festa di S. Stanislao Kostka. Carissimi fratelli e figliuoli nel Signore, la pace di Nostro Signore sia sempre con noi! Vengo a parteciparvi la triste notizia della morte del nostro caro Don ANGELO DE PAOLI, spirato serenamente alle 20.30 di ieri sera. Aveva ricevuto con edificante pietà tutti i Sacramenti ed era stato confortato dalla benedizione del S. Padre e da ripetute visite dell'Em.mo Card. Aloisi Masella. Infermo, come sapete, da tempo, a metà agosto, quando si trovava a Tortona, era stato in punto di morte, così che desiderò ricevere l'Estrema Unzione e il Viatico, edificando tutti con la sua serenità e le sante parole che, pur nella stretta del male, volle rivolgere ai nostri dell'Istituto Teologico. La Madonna della Guardia gli fece la grazia, concedendogli così di assistere (lo aveva tanto sperato con me!) al sollevamento della statua sulla torre del Santuario ed alle memorabili giornate di fine agosto. Siamo andati insieme, dopo le feste della Guardia, a Milano, al nuovo probandato di Botticino di Brescia e a Buccinigo d'Erba, e poi a Fano e Cagli, dove ci siamo trattenuti alcuni giorni prima di far ritorno a Roma. Pareva si fosse un pochino ripreso, ma le forze andarono via via diminuendo, mentre crescevano i dolori che gli resero così tribolate le ultime settimane. I nostri bravi fratelli coadiutori lo assistettero giorno e notte, prodigandosi con tanto affetto nel Signore, con ammirevole carità e premura. Il 17 ottobre ebbe un'altra gravissima crisi e si temette di perderlo: presente tutta la Comunità, il Vicario Don Zambarbieri gli amministrò l'Olio Santo e io gli recai poi il Santissimo Viatico. Era in perfetta conoscenza e ci commosse con le espressioni che volle ancora una volta rivolgerci, dicendoci la tranquillità con cui andava incontro alla morte, unicamente desideroso di fare in tutto la volontà del Signore, chiedendo perdono, se in qualche cosa avesse potuto essere di poca edificazione, ed esortando a mantenerci fedeli allo spirito della nostra cara Congregazione. Superò la crisi, ma non potè più lasciare la sua stanzetta, dove, il giorno dei Santi, ebbe la consolazione davvero grande di un'altra visita di S. Em.za il Card. Aloisi Masella, tanto affezionato a Don De Paoli fin dagli anni in cui reggeva la Nunziatura Apostolica di Rio de Janeiro. Nella preghiera che gli rendeva sempre più accetta la santa volontà di Dio, confortato dalla S.Comunione recata a lui ogni mattina, si andò così predisponendo al grande incontro, per nulla temuto, anzi atteso e desiderato. Entrò in agonia ieri all'alba. Come prescrivono le nostre Costituzioni, ci siamo tutti raccolti in chiesa per le preci degli agonizzanti, mentre Don Zambarbieri le recitava nella cameretta del morente, che pur nell'assopimento, diede segno di seguire e seppe ancora ringraziare col gesto della mano, specie quando si ripetevano al suo orecchio pie giaculatorie. Per la intera giornata, al suo capezzale è stato un continuo succedersi di confratelli in preghiera. Verso sera, per speciale concessione dell'Abate, dal Monastero delle Tre Fontane è venuto Fra Maria Pio, il nostro caro Don Mogni, che avevo fatto avvertire delle gravissime condizioni di Don De Paoli. L'incontro è stato fra i più commoventi, nel clima di una spiritualità che ha tutti tanto bene impressionato ed edificato. Don Mogni, ancora e sempre vicinissimo alla nostra famiglia, per la quale offre gran parte della sua vita di silenzio e di preghiera, è rimasto filialmente grato a Don De Paoli, perché gli aveva facilitato l'ingresso nella trappa, aveva assistito alla sua professione ed andava di tanto in tanto a trovarlo alle Tre Fontane col venerando Don Risi. Fra Maria Pio si è trattenuto a lungo accanto all'agonizzante, consolandolo con pie elevazioni, suggerendo giaculatorie, affidandogli preziosi incarichi per quando fosse giunto in Cielo. Pareva quasi che il caro Don De Paoli avesse atteso la visita di Don Mogni, alla cui voce insinuante e tremante sembrò scuotersi ancora, mentre sulle ciglia spuntavano, visibilissime, le lacrime. Di lì a poco, dopo che il Confessore il buon Padre Tobia, Redentorista, giunto nella notte dal Veneto, dove era stato per la morte di un fratello gli ebbe dato una ultima assoluzione, il respiro si è fatto più frequente. Poi improvvisamente è precipitato alle 20.30. Si era in parecchi confratelli accanto al capezzale, in preghiera. Prima di intonare il «Subvenite», gli ho affidato il mio estremo saluto, intendendo di accompagnare la sua anima a Dio in nome di tutta la Congregazione, per la quale tanto ha lavorato e tanto si è sacrificato. Voi ben sapete, cari miei fratelli e figliuoli nel Signore, come ero legato al compianto Don De Paoli siamo dello stesso paese, avevamo lasciato insieme le nostre famiglie per entrare nella Piccola Opera, insieme avevamo fatto gli studi e ricevuta la Sacra Ordinazione. Era una vocazione adulta e lavorò molto in quegli anni in cui c'era tanto da sfacchinare, anche perché Don Orione poteva, allora, disporre di ben poca gente. Era venuto per studiare e diventare sacerdote, e poteva avere una certa urgenza, dato che non era più giovanissimo. Ma non mosse difficoltà alcuna quando il venerato Fondatore lo incaricò, invece, di lavori manuali e per lungo periodo. Si prestò generosamente, senza mai avanzare pretese o richieste, tanta era la fiducia subito ispiratagli da Don Orione. Così non esitò un momento allorché, appena ordinato sacerdote, ricevette l'obbedienza di portarsi in Brasile. Fece appena in tempo ad andare a vedere la sua buona mamma, i fratelli, e parti, con un fagottino (si compiaceva spesso rievocarlo, come segno eloquente della semplicità e povertà delle origini!) fasciato con carta di giornale e tenuto insieme da uno spago... Era tutto il suo bagaglio... Per 32 anni lavorò in Brasile, in un primo tempo da solo e spesso in condizioni estremamente difficili: non si risparmiò mai, e dietro invito di Don Orione trovò tempo anche per aiutare le buone Suore della Madre Michel, rimastegli poi sempre tanto riconoscenti. Quando tornò in Italia nel 1946 per il Capitolo Generale, subì un naufragio (per l'incendio scoppiato a bordo del piroscafo a poche leghe dalla baia di Rio) e fu salvo per vero miracolo della Madonna di Fatima, alla quale aveva innalzato in Rio de Janeiro quel bellissimo Santuario che resterà per sempre il più prezioso monumento della sua pietà mariana. Venuto in Italia, come ricorderete, fu eletto Consigliere Generale e resse poi la Casa Madre di Tortona, finché la salute, logorata da tante fatiche, lo sostenne. Ovunque, nei lunghi anni di missione come in patria, si è cattivato sempre tanta stima, particolarmente fra gli amici e gli antichi allievi, per la sua bontà, il suo attaccamento a Don Orione, la sua singolare pietà. Anche in questi ultimi mesi, prima di aggravarsi, benché afflitto da tanti malanni, era sempre il primo ad arrivare in cappella per la S. Meditazione, il primo ad accorrere, quando il campanello annunciava il Confessore, presente sempre a tutte le pratiche comuni, devotissimo della Madonna, di S.Giuseppe... Certo furono la sua grande fede, il suo spirito di sacrificio, la molta preghiera, a meritargli una morte davvero invidiabile, con una preparazione così consapevole, in una così completa e gioiosa uniformità alla volontà divina. E' quello che ci consola, in quest'ora di distacco, particolarmente dolorosa per me che ho perduto chi mi era doppiamente fratello. Benedicendo sempre e in tutto il Signore, suffraghiamo la sua anima chiedendo carità di preghiere anche ai nostri probandi, ai nostri alunni, agli orfani, ai poveri dei Piccoli Cottolengo, agli Amici, agli ex Allievi. E' tornato a Dio nel giorno di Don Orione (ieri era il 12 del mese) ed a me pare che il nostro Padre abbia quasi voluto dirci, così, che gli è sceso incontro per portarlo in Paradiso con Don Sterpi, con Don Goggi, con Don Cremaschi, con i nostri fratelli che ci hanno preceduto nella Patria. Vi scrivo il giorno 13, sacro al ricordo della Madonna di Fatima (la sua Madonna!) e chiedo alla Vergine SS.ma che voglia intercedere, non solo perché sia largo il premio al Servo fedele, che tanto ha pregato e lavorato, ma anche perché tutti i Figli della Divina Provvidenza sappiano raccogliere i suoi esempi ed in particolare l'ultima sua lezione: quel guardare alla morte con tanta serenità e tanta pace, nel desiderio di fare e di amare, ogni giorno ed ogni ora, quello che piace al Signore. Mi pare doveroso, o miei cari, trasmettere questa preziosa lezione che il nostro compianto Don De Paoli ci ha dato, e penso sia anche il modo più efficace di ringraziarvi per le devote ed affettuose manifestazioni che avete voluto farmi arrivare per San Carlo. Sapeste come mi sento a tutti obbligato, specialmente per le preghiere che avete innalzate per me! Continuate a ricordarmi nel Signore e a far pregare. Anch'io vi ricordo sempre, a uno a uno, e se la salute, che ora va meglio, me lo consentirà spero proprio con la buona stagione di venirvi a trovare, passando di casa in casa... Sarà, voi lo intuite, un grande sollievo anche per me, specie se vi troverò tutti animati a vivere davvero fedelmente e generosamente le nostre Sante Costituzioni e le Norme Pratiche. La Madonna SS.ma della Divina Provvidenza (siamo nei primi Vespri della cara nostra festa mariana) ci assista, provveda maternamente a tutti i bisogni spirituali e temporali della nostra famiglia, ci conforti, e soprattutto ci ottenga un giorno di raggiungere in cielo i nostri fratelli che di lassù vegliano su di noi e ci benedicono. Vi benedico anch'io, di tutto cuore. Vostro aff.mo in Gesù Cristo e Maria SS.ma, Sac. carlo pensa f.d.p. Direttore Generale su: " Atti e Comunicazioni della Curia Generale "
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