Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
D (62) 14. Damele Michele 15. Danna Giuseppe 16. Dapra Cesare 22. De Cortes Frugoni Miguel A. 27. De Paoli Angelo 28. De Rosa Benito 31. Degaudenz Mario 35. Del Rosso Luigi 37. Del Fabbro Giovanni Battista 38. Delfino Filippo 40. Demarco Roberto 41. Demontis Cesare Fra Pacomio 43. Di Giusto Giosuè 45. Di Iorio Luis 50. Dobosz Francesco 51. D'Odorico Renato 52. Dominguez Ramon 53. Dondero Carlo 54. Dondero Giuseppe 55. D'Onofrio Cesare 57. Doria Luigi 59. Draghi Domenico 61. Durante Gerardo 62. Dutto Giuseppe |
da Villamagna (Chieti), passato al Signore in Roma, Parrocchia di Ognissanti, il 14 settembre 1996, a 69 anni di età, 50 di professione religiosa e 40 di sacerdozio. Presentato con giudizio lusinghiero dai sacerdoti della sua parrocchia, a 13 anni, - era nato il 6 agosto 1927 - venne accolto nei seminari dell’Opera in Velletri e Patrica il 12 ottobre 1940, dove fece il ginnasio e, il giorno dell’Immacolata 1942, ricevette l’abito sacro. Il corso dei suoi studi è stato normale, dopo il noviziato fatto a Villa Moffa nel 1945-46, con prima professione religiosa l’11 ottobre (allora festa della Mater Dei) 1946, coronata dalla professione perpetua il 29 settembre 1953 in Tortona, durante il corso della teologia (1952-56), fatta a Tortona, e dopo il liceo a Villa Moffa (1946-49), e il tirocinio a Roma e Reggio Calabria (1950-52). Ordinato sacerdote il 29 giugno 1956 in Tortona, venne destinato assistente dei giovani a Napoli (1956-57), a Via Induno in Roma, nella Casa dell’Orfano (1957-58) e poi nell’Istituto Bonsignore di Terracina (1958-60). Considerato e definito globalmente da Superiori e confratelli come un “semplice”, ebbe doti apprezzate di uomo mite, riserbato, rispettoso, accondiscendente e di retta intenzione, sensibile e comprensivo, remissivo e laborioso, lontano dai rumori e tutto impegnato a dare il meglio di sé. Troviamo il suo passaggio discreto e buono tra gli orfani di Monte Mario (1961-65), di nuovo a Terracina come vicario e assistente prima (1966-70) e direttore poi (1970-78); alla parrocchia della Massimilla (Roma) collaboratore nel ministero pastorale (1978-86), ad Avezzano (1986-91) come economo, al Piccolo Cottolengo di Via Poerio in Roma (1991-93) vicario ed economo e ancora ad Ognissanti in Roma quale economo e collaboratore nel ministero parrocchiale. La malattia, che lo tolse alla stima di confratelli e fedeli, ne affinò l’anima, entusiasta della santa vocazione e soprattutto della appartenenza alla famiglia religiosa dell’Apostolo della carità. Un naturale riserbo stava ad indicare delicatezza di coscienza e la volontà di corrispondere appieno alla celeste chiamata e ai dettami dell’obbedienza, volontà permeata di sincero, palese amore alla cara Congregazione. (dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generale" settembre dicembre 1996)
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