Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
G (81) 8. Galli Italo 10. Gallini Carlo 11. Galluzzi Angelo 13. Gandini Ernesto 14. Gandini Giuseppe 16. Garbelli Luciano 18. Garbin Massimo 20. Gardini Aldo 22. Garncarek Jozef 23. Garuffi Alvaro 27. Gatti Carlo 29. Gatti Mario 30. Gatti Vittorio 31. Gatto Giovanni 32. Gemelli Sante 33. Genovese Antonio 35. Ghezzi Giovanni 36. Ghiazza Mario 37. Ghiglione Mario 39. Ghio Chiaffredo 47. Gili Franco 50. Giorgis Giovanni 52. Girelli Giuseppe 54. Giuffre Antonio 56. Giust Angelo 57. Giustozzi Enzo 59. Gnali Marco 60. Gnosini Angelo 61. Goggi Gaspare 62. Goldoni Alberto 65. Gonella Riccardo 66. Gonzaga Edvaldo 67. Gorreta Giuseppe 72. Grechi Mario 73. Greppi Pietro 74. Grossi Bruno 77. Gualdo Antonio 78. Guida Domenico 79. Guolo Fortunato 80. Guzek Franciszek 81. Guzowski Bozydar |
Fratel Giai Baudissard Francesco Serenamente deceduto nella clinica "Betania" a Roma, il 22 novembre 2006, a 82 anni di età, 64 di Professione religiosa e 64 anni di servizio alla Santa Sede. Aveva 15 anni il giovane Francesco quando, il 22 ottobre 1939 bussò alla porta del "Paterno" in Tortona "per darsi al Signore" come aveva chiesto, e fu accolto dal sorriso di Don Carlo Sterpi. Agli inizi del '42, subito dopo la sua Prima consacrazione, venne inviato alle Poste Telegrafo e Telefoni del Vaticano, restandovi fino alla morte. Era nato a La Tronche presso Grenoble, in Francia, il 17 luglio 1924. Conobbe nella sua infanzia le difficoltà proprie degli emigrati, accresciute dalla mancanza del padre. La madre Margherita, appena potè, tornò in Italia, stabilendosi a Giaveno (Torino), educando nell'amore e nella fede i due figli Francesco ed Ester. Qui sbocciò, con l'aiuto del Parroco, la sua vocazione religiosa ed orionina, dopo aver frequentato regolarmente le elementari. Dopo l'entrata al "Paterno", passò al "Pansarasa" di San Bernardino per gli studi ginnasiali e il discernimento vocazionale, concluso con la domanda di fare il noviziato, dopo aver ricevuto l'abito religioso dalle mani di Don Sterpi, il 15 agosto 1940. Compiuto il noviziato a Villa Moffa di Bra (Cuneo), sotto la guida di Don Giulio Cremaschi, Francesco confermò il suo proposito di servire il Signore emettendo i primi voti religiosi nelle mani dello stesso Padre Maestro, l'otto dicembre 1941. Pur desiderando il Sacerdozio per meglio servire Dio e le anime, accettò con fede e serenità la volontà dì Dio nei Superiori che, dopo la Professione lo inviarono a Roma, nella comunità orionina a cui, l'anno prima, era stato affidato il servizio delle Poste, Telegrafo e Telefoni del Vaticano. Vi rimase fino alla morte: ben 64 anni! Quasi un primato di servizio alla Santa Sede e al Papa, in una fedeltà, discrezione, dedizione e umiltà quotidiana, che lo resero ammirato e stimato da quanti lo conobbero o avvicinarono. Dal '42 al '48 lavorò come telefonista e poi ricoprì il ruolo di dirigente e responsabile delle Poste Vaticane, apprezzato da tutti per la sua competenza e dedizione professionale, affiancando i vari Ispettori orionini succedutisi alle Poste: Don Adriano Calegari, Don Dionisio Di Clemente, Don Angelo Cordischi e l'attuale Don Giorgio Murtas. Nel suo lungo servizio seppe onorare ed amare esemplarmente la Chiesa e la Congregazione, vivendo la vocazione religiosa con coerenza e trasparenza. Molti ricordano le sue lunghe e quotidiane soste in adorazione eucaristica, nonché la partecipazione pomeridiana e giornaliera alla S. Messa all'altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro, senza dimenticare il suo servizio di "chierichetto" presso le Suore Francescane Missionarie di Maria e le Suore Pie Discepole del Divino Maestro, che ben lo conoscevano e stimavano. Degno di nota anche il lungo esercizio della sua carità nascosta verso i "senza fissa dimora" che trovavano riparo sotto il Colonnato del Bernini in Piazza San Pietro, ai quali Fr. Giai recava cibo e bevande, oltre a qualche parola di conforto. Ebbe il privilegio di conoscere tutti i Superiori generali orionini e di servire direttamente e incondizionatamente ben sei Pontefici, ricevendo da alcuni di essi attestati di stima e considerazione. In particolare Papa Giovanni Paolo II si degnò di conferirgli l'onorificenza di Commendatore dell'"Ordine di San Gregorio Magno", che lui tuttavia, nella sua umiltà, ritenne di non meritare. La sua lunga vita, umana e spirituale, è ben riassunta nella frase di San Paolo che scelse e trascrisse nell'immagine ricordo del suo 50° di Professione religiosa, celebrata in Vaticano l'otto dicembre 1991: "Dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta, per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù in Cristo Gesù.". I funerali si sono svolti nella Chiesa di Sant'Anna in Vaticano, con grande concorso di ecclesiastici, confratelli, suore e fedeli. La celebrazione è stata preceduta da una breve visita e preghiera del Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato emerito. Ha presieduto la S. Messa l'arcivescovo Mons. Renato Boccardo, Segretario generale del Governatorato avendo come concelebranti gli arcivescovi Oscar Rizzato e Giovanni Coppa, Don Flavìo Peloso, superiore generale e Don Giorgio Murtas, ispettore delle Poste Vaticane. Tra gl'intervenuti c'erano anche Mons. Giorgio Corbellino, Mons. Giuseppe Conte, Don Elio Torrigiani, direttore della Tipografia Vaticana, il Prof. Mario Agnes. direttore de "L'Osservatore Romano", molti confratelli, i dipendenti delle Poste Vaticane e numerosi religiosi e laici. A coronamento della stima e dell'affetto di cui godeva Fr. Giai in Vaticano, è giunto anche il telegramma con la Benedizione del Santo Padre. Al termine della Santa Messa, l'ultimo viaggio di Fr. Giai è stato per Giaveno, dove la mattina di venerdì, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, si è celebrata la S. Messa di suffragio, prima della sepoltura nella tomba di famiglia.
Atti e comunicazioni della Curia Generale (Don Orione), anno 60
settembre-dicembre 2006 n. 221 Ricordo del Superiore Generale Don Flavio Peloso: Fratel
Francesco Giai Baudissard è morto il 22 novembre 2006, presso la Clinica
“Betania”, a Roma. Aveva 82 anni di età, 64 di Professione religiosa e
64 di servizio in Vaticano. È un
religioso che ha fatto della fedeltà e della precisione nel compimento
del proprio dovere la sua via di unione al Signore. Aveva buona cultura
religiosa e una convinzione dominante: “Dio è presente nella sua Volontà e
noi, facendo la sua Volontà, siamo con Dio e diventiamo santi”. E’
facile ricordare qualche tratto della vita di fratel Giai perché fu estremamente
semplice e lineare, “tutto casa, chiesa e lavoro”. Nato in
Francia, a la Tronche di Grenoble, ha conosciuto nella sua infanzia le
difficoltà proprie degli emigrati, accresciute anche per la mancanza del padre.
La mamma Margherita, appena poté, ritornò in Italia e si stabilì a Giaveno
(Torino) ove educò nell’amore e nella fede i due figli, Francesco ed Ester. In
questo clima di sacrificio e di fede sbocciò la vocazione di Francesco che, a
15 anni, il 22 ottobre 1939, bussò alla porta di Don Orione (allora ancora
vivente), a Tortona, per “darsi al Signore”. Dopo la
professione religiosa, emessa a Villa Moffa di Bra (Cuneo) l’8 dicembre 1941,
fu inviato a Roma, nella comunità orionina cui, l’anno prima, era stato
affidato il servizio di Poste e Telefoni del Vaticano. Giai ha
dunque trascorso tutta la sua vita religiosa in Vaticano, ben 64 anni,
essendovi giunto nel 1942. In un primo tempo svolse l’ufficio di telefonista
e poi, dal 1948, ricoperse il ruolo di vice-capo delle Poste Vaticane,
affiancando i vari Ispettori orionini delle Poste e Telegrafo Vaticane che
egli ricordava sempre con stima e devozione: Don Giuseppe Callegari, Don
Dionisio Di Clemente, Don Angelo Cordischi, fino all’attuale Don Giorgio Murtas. Noi
confratelli lo ricordiamo fedelissimo, onorato e concentrato sempre nel suo
speciale servizio di responsabile del servizio delle Poste Vaticane. Personalmente,
gli sono stato a fianco per 5 anni, mentre ero al servizio della
Congregazione per la Dottrina della Fede, e ho potuto sperimentare
direttamente la sua gentilezza, la sua finezza spirituale sempre volta al
miglior bene. Ho sempre apprezzato il suo amore verso la Congregazione di cui
si interessava con cuore di figlio. Era
molto discreto e riservato, ma anche molto sensibile verso le persone con
parole e gesti di attenzione. Coltivò
la sua vita spirituale con la fedeltà alle pratiche di preghiera comunitaria
e alimentandosi delle celebrazioni e delle altre iniziative offerte nella
Basilica Vaticana. Aveva
grandissima devozione verso il Santo Padre e verso tutti gli Ecclesiastici
del Vaticano. Coltivò relazioni con molti ecclesiastici, comunità religiose e
laici; si offriva per piccoli e fedeli servizi pratici e religiosi. Era
lontana dalla sua bocca ogni parola di pettegolezzo o di critica. Stimava con
la parola e indicava con il comportamento quale doveva essere la rettitudine
e la devozione nel servire la Santa Sede e il Santo Padre. Negli
ultimi anni, alcuni problemi di salute diminuirono la vigoria fisica di
Fratel Giai e ne rallentarono l’attività. Ma volle “morire d’in piedi”,
come amava ripetere San Luigi Orione, cioè al proprio posto con gioia, al
lavoro. E così fu per Fratel Giai che, fino a 15 giorni fa, continuò la sua
semplice e santa vita quotidiana tra casa, chiesa e ufficio. Proprio in
chiesa, nella sua cara basilica di San Pietro, durante una celebrazione, il 2
novembre scorso, un grave malore lo avvisò che era giunto il tempo del
riposo, della ricompensa, della gioia che Dio che nella sua Provvidenza non
toglie mai ai suoi figli se non per prepararne una più certa e più grande. Questa
gioia eterna è stata invocata per lui con la Messa di esequie celebrata nella
chiesa a Sant’Anna al Vaticano con grande concorso di ecclesiastici, confratelli
e fedeli. La celebrazione è stata preceduta da una breve visita per una
preghiera del Card. Angelo Sodano, già Segretario di Stato. Ha poi
presieduto la Messa l’arcivescovo Mons. Renato Boccardo, Segretario
generale del Governatorato. Al suo lato erano altri due vescovi, Mons. Oscar
Rizzato e Mons. Giovanni Coppa, Don Flavio Peloso,
superiore generale e Don Giorgio Murtas, ispettore delle Poste e
Telegrafo del Vaticano. Tra gli intervenuti c’erano anche Mons. Giorgio
Corbellini, Mons. Giuseppe Conte, Don Elio Torrehiani,
direttore della Tipografia Vaticana, il prof. Mario Agnes, direttore
de “L’osservatore Romano”, molti confratelli, i dipendenti delle Poste
Vaticane e numerosi religiosi e laici. A coronamento della stima e
dell’affetto di cui godeva fratel Giai in Vaticano, è giunto anche il
telegramma con la Benedizione del Santo Padre, a firma del Card. Tarcisio
Bertone, Segretario di Stato. La salma di Fratel Francesco Giai è poi
proseguita per Giaveno (Torino) ove sarà tumulata. Don Flavio Peloso Ricordo di Don
Angelo Cordischi su "Don Orione Oggi" Gennaio 2007
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