Sac. Aldo
GARDINI
da Coriano (Forlì), passato al Signore in Genova il 1
aprile 1992, a 71 anni di età, 54 di professione religiosa e 45 di sacerdozio.
Originario da una famiglia
come si legge in documenti ecclesiastici ricca soltanto di pietà e di
povertà, nacque il 12 ottobre 1920 e si trasferì poi con i suoi a San
Giovanni in Marignano, dove maturò la sua vocazione all'ombra della chiesa, guidato
da zelanti sacerdoti, che lo raccomandarono al Beato Don Orione, che lo
accettò personalmente a Tortona il 28 ottobre 1932 e gli diede l'abito sacro
il 28 agosto dello stesso anno, vigilia della grande festa, nel Santuario
della Madonna della Guardia. Molto lusinghiere e promettenti della sua ottima
riuscita le attestazioni dei superiori di Tortona e di Villa Moffa, dove egli
fece il suo noviziato (1937-38) e la prima professione per l'Assunta del
1938, iniziando quell'anno i corsi filosofici completati a Villa Moffa e
Tortona, seguiti dalla teologia a Rosane di Casalnoceto, e, finita la guerra,
a Tortona. Qui il 29 giugno 1947 ricevette la sacra ordinazione sacerdotale,
dopo i regolari voti perpetui, emessi l'8 settembre 1944, giorno della
benedizione del Santuario della Madonna delle Grazie dì S. Agostino in Casei
Gerola, restaurato dalla Congregazione nel ricordo della fanciullezza del
fondatore.
Per la matura formazione
religiosa e il carattere mite, sempre sereno e docile, aperto e pronto
all'aiuto ai fanciulli probandi presso i quali aveva fatto il suo tirocinio
ancora chierico Genova Borzoli Don Cardini venne assegnato all'assistenza dei
novizi e poi degli aspiranti dell'Opera a Villa Solari (Genova). Eletto
direttore a Magreta (Modena) (1951-57), mentre era pure consigliere
provinciale, fu qualche tempo a Borgonovo Val Tidone (Piacenza), sempre con
gli orfani, per prendere dimora poi presso l'Istituto Paverano di Genova come
vicedirettore e economo provinciale, in un servizio tutto dedizione serena e
ricca di pietà. Durante il sessennio 1964-70 fu direttore dei giovani
lavoratori a Barabino di Pigino (Teglia), fin quando la salute gli impose un
periodo di cura nella Casa San Benedetto di via Celimi (1970-75) dove anche
fu direttore e ultimamente economo. Aveva fatto il voto speciale di fedeltà
al Papa il 12 marzo 1985.
Visse intensamente il suo
sacerdozio, animato da cordiale fraternità secondo lo spirito orionino,
intento al vero bene dei fanciulli, dei giovani e degli anziani, avvicinati e
confortati con ogni sua capacità e ottimismo, che lo spingeva al desiderio di
riuscire a tutto, se le condizioni fisiche lo avessero sostenuto di più. La
sua corrispondenza ai superiori dice la sua affettuosa bontà e generosità, la
fiducia nei mezzi che la Congregazione offre per far rivivere Dio nel cuore
dei giovani e sofferenti. Devotissimo della Madonna e affezionato alla
vocazione, le si donò con pienezza di cuore benedicendo il Signore per la
grazia insigne di aver conosciuto come si esprimeva le due grandi anime di
Don Orione e di Don Sterpi, alla cui scuola aveva appreso il bene adeguato ai
bisogni della sua anima e del suo sacerdozio.
Una sua confidenza scritta
dice: "Pienamente abbandonato nelle mani di Gesù e della Vergine, sotto
il suo manto, con abbandono filiale, riposo tranquillo e felice"
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Generalizia
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