Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
T (39) 1. Tacca Carlo 2. Taggiasco Giuseppe (Fra Antonio) 10. Taverna Ernesto 11. Tedaldi Romeo 12. Terenghi Damiano 13. Terzi Ignazio 15. Testa Armando 16. Tezze Teofilo 18. Tiburzio Michele 19. Tirello Giuseppe 20. Tiveron Alvise 21. Tomasella Renato 22. Tombari Sergio 23. Tonelli Giuseppe 24. Tonini Quinto 25. Tonoli Rocco 28. Torti Giovanni 30. Tosetti Mario 31. Tosik Enrico 32. Toso Bernardino 33. Toso Giovanni 34. Tossutti Antonio (Fr. Placido) 35. Tozzo Luigi 36. Trevisan Giacomo 37. Tricerri Antonio 38. Troiani Domenico 39. Troncon Giovanni |
Sac. ROMEO TEDALDI da Carniglia di Bedonia (Parma), passato al Signore in Fano-San Biagio (Pesaro) il 6 luglio 1996, a 65 anni di età, 45 di professione religiosa e 35 di sacxerdozio. Riposa a Fano, cimitero dell’ulivo. Si può dire che egli abbia corrisposto in pieno ai desideri del suo antico Parroco Don Luigi Brugnoli che intuì il seme della vocazione sacerdotale e, raccomandandolo a Don Sterpi, così si esprimeva: “...ho fiducia che, con la grazia del Signore, il giovane possa rispondere pienamente alla bella vocazione, e lo accompagno ancora col mio affetto e con le mie povere preghiere, null’altro desiderando che di poter dare alla Chiesa un Santo Sacerdote. E’ sempre stata la mia più viva aspirazione e chiedo al Cuore di Gesù di vederla realizzata.”. Penultimo di sette figli di una famiglia molto povera ma profondamente cristiana, Romeo nasce il 24 giugno 1931, ricevendone il battesimo il 5 luglio dello stesso anno e la cresima il 25 ottobre 1942. Frequenta la scuola d’obbligo, aiutando contemporaneamente il padre nel suo lavoro e continuando a sperare di farsi sacerdote, nonostante le difficoltà varie e le vicende belliche allora in corso. Accolto - dopo una breve sosta a Tortona - a Villa Rosano di Casalnoceto il 6 gennaio 1946, inizia il corso ginnasiale, che prosegue a Genova Borzoli (1947) e a Sassello di Savona (1947-50), dopo aver ricevuto, come da tradizione, il santo abito la vigilia della festa della Guardia (1946), nel Santuario di Tortona. Nell’ottobre dell’Anno Santo 1950, compie a Villa Moffa il noviziato, sotto la guida di Don Pietro Stefani, emettendo i primi voti canonici nella festa della “Mater Dei” (11-10-1951). Compiuti gli studi liceali (1951-54), fa il tirocinio come assistente e Insegnante dei probandi a Finale Emilia di Modena (1954-57). Emessa la professione perpetua (11-10-1957), conchiude il corso di Teologia (1957-61), ricevendo il sacro ordine del Presbiterato da Mons. Angelo Zambarbieri, il 29 giugno 1961, nel Santuario della Guardia in Tortona. Dona le sue prime cure sacerdotali alla formazione dei probandi aspiranti al sacerdozio in Sassello (1961-64), per poi passare alla ricerca diretta e all’orientamento delle vocazioni, nella comunità di Finale Emilia (Modena), non lesinando l’aiuto pastorale ai Parroci viciniori (1964-74). Dopo le fatiche itineranti per le vocazioni, l’obbedienza lo destina al Probandato di Fano - San Biagio, come direttore prima (1974-76), e poi come vicario - economo, fino alla morte. Collabora alla trasformazione del probandato in accogliente e frequentato centro di spiritualità, profondendovi il meglio di sè per la gloria di Dio e il bene delle anime. Carattere docile e servizievole, buono e sorridente, disposto al dialogo unito al buon esempio praticato nella “quotidianità” discreta ma operosa., persevera nella vocazione, sempre disponibile e attento alle necessità spirituali e materiali di quanti frequentavano il Centro di spiritualità, contento di mostrare la bontà di Dio che sapeva vedere nelle persone e nelle cose, specie nei fiori che curava anche con sacrificio personale, per rendere bella e piacevole la casa affidata alle sue attenzioni. Sempre contento della scelta fatta, accettata e vissuta con fede e fiducia in Dio, in ogni situazione, soprattutto nella sofferenza, gli ultimi anni lo costrinsero a fare la spola tra casa e ospedale, amorevolmente assistito da confratelli suore e amici, fino alla sua serena morte offerta per la Chiesa, per il Papa, per la fedeltà e crescita della Congregazione tanto amata. La grande partecipazione di confratelli, sacerdoti e amici alle sue esequie, dicono quanto bene Don Romeo abbia saputo seminare nei cuori lo spirito e il carisma orionino. dagli
"Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia" maggio agosto 1996
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