Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)
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A (40) 2. Acevedo
Juan 4. Acquaotta Serafino fra Umile 7. Aggio
Angelo 10. Albera
Paolo 14. Alferano Carlo 17. Allione Vincenzo 18. Alonzo
Tomas 19. Alpeggiani Luigi 23. Ambrus
Juan 26. Andreani Pietro 27. Andreos Mansueto 28. Andretta Marco 31. Antonello Fedele 34. Argenti Giuseppe 37. Aureli Giuseppe 38. Azzalin Mario 39. Azzaro Giuseppe 40. Azzoli
Paolo |
da Motta di Livenza (Treviso), morto a Diano Marina (Imperia) il 22 agosto 1981, a (30 anni di età, 41 di professione e 31 di sacerdozio.
La mattina del 22 agosto ultimo scorso mancava improvvisamente il confratello sacerdote Don Masueto Andreos nella casa di Riposo Douglas Thomitz, dell'Opera di Don Orione a Diano Marina (Imperia). Era giorno di sabato, e Don Mansueto era il dodicesimo religioso orionino trapiantato in cielo durante questo anno, quasi a completare l'aureola di dodici stelle attorno al capo della Madonna Santissima che proprio in quel giorno veniva ricordata con la festa liturgica di « Maria Regina ». Nelle Litanie Lauretane la Madonna è invocata «Regina degli Apostoli » e « Regina dei Martiri ». Queste invocazioni in modo particolare ci richiamano la figura del confratello defunto. Don Mansueto infatti, per molti anni, fu « apostolo » nelle Missioni del Sud America, e fu « martire », specialmente per le sofferenze fìsiche e morali con le quali il Signore lo andò preparando all'incontro finale. Colpito improvvisamente nel pieno vigore dell'attività missionaria da grave paresi, dovette interrompere il suo lavoro e cedere ad altri le fiorenti iniziative in campo giovanile e parrocchiale alle quali aveva dato vita con tanto entusiasmo. Sentì istintivo il rammarico e la delusione di dover diventare inutile alla sua comunità religiosa e un emarginato; ma tutto superò con la virtù della rassegnazione. La sua « via crucis » fu lunga e oltremodo dolorosa. Rientrato in Italia per cure intensive ne ebbe sensibile giovamento. Implorò e ottenne perciò dai superiori di poter tornare al suo posto di missione in Argentina. Ma dopo qualche tempo i segni del male riaffiorarono, per cui comprese che ormai poteva continuare l'apostolato missionario solamente restando come Cristo sulla croce delle sue sofferenze e della inazione. Tornato definitivamente in patria ottenne di essere incardinato nella Provincia Religiosa "San Benedetto" dove aveva speso le sue prime energie di giovane religioso, specialmente nell'Istituto S. Cuore di Mons. Gentili di Fano (Pesaro). Fu quindi destinato alla Casa di 'Riposo di Diano Marina. Le attenzioni dei confratelli gli restituirono fiducia e fu lieto di rendersi ancora utile a quella Comunità religiosa, riscuotendo ammirazione e affetto sincero anche da parte degli ospiti di quella Casa. Il suo « calvario » però non era ancora finito: ricadute, e frequenti ricoveri all'ospedale di Albenga e presso il Piccolo Cottolengo di Genova, e forte indebolimento della vista all'unico occhio che gli era rimasto fin dalla prima infanzia. Ultimamente pareva in leggera ripresa, ma cominciarono a manifestarsi disturbi cardiaci, e la mattina del 22 agosto, mentre nulla faceva presagire una fine così improvvisa, il cuore cedette di schianto, lasciando nello sgomento e nella costernazione la buona sorella Suor M. Elisa delle Piccole Missionarie della Carità (Don Orione), accorsa da Villa Santa Clotilde di Sanremo, con la purtroppo vana speranza dì trovare il fratello sacerdote ancora in vita, e gli stessi ospiti della Casa dei quali Don Mansueto aveva saputo conquistarsi il cuore. « Nomen est omen ! » il nome è augurio e presagio. E Don Andreos fu per tutta la vita davvero mansueto, sereno, pio, buono con tutti, virtù che gli conquistarono la simpatia dì quanti lo conobbero ed ebbero lo fortuna di accostarlo: confratelli, amici, parrocchiani, allievi, benefattori. La Santa Madonna, « regina dei santi », lo ha voluto con sé proprio nel giorno della sua festa, perché si unisse al coro degli angeli e dei santi del cielo a cantare le lodi di Colei della quale Don Mansueto fu in terra devotissimo figlio.
Atti e Comunicazioni della Curia Generale
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