Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

  

 

A (40)

 

1.      Abalos Americo Miguel

2.      Acevedo Juan

3.      Achramiej Piotr

4.      Acquaotta Serafino fra Umile

5.      Adaglio Giuseppe

6.      Adobati Egidio

7.      Aggio Angelo

8.      Agostini Fioravante

9.      Agustin Esteban

10.  Albera Paolo

11.  Albergucci Roberto

12.  Albertazzi Dalmazio

13.  Alexandre Geraldo Pedro

14.  Alferano Carlo

15.  Alice Andrea Giuseppe

16.  Aliprandi Eugenio

17.  Allione Vincenzo

18.  Alonzo Tomas

19.  Alpeggiani Luigi

20.  Álvarez Martìnez Miguel

21.  Alves Camilo Josè

22.  Alvigini Giambattista

23.  Ambrus Juan

24.  Ancelliero Giorgio

25.  Andrada Dante Luis

26.  Andreani Pietro

27.  Andreos Mansueto

28.  Andretta Marco

29.  Andriollo Giovanni

30.  Andrysiewicz Vincenzo

31.  Antonello Fedele

32.  Antoniewicz Stanislaw

33.  Anzolin Benedetto

34.  Argenti Giuseppe

35.  Arlotti Francesco

36.  Arrue Peiro Antonio

37.  Aureli Giuseppe

38.  Azzalin Mario

39.  Azzaro Giuseppe

40.  Azzoli Paolo

  Sac. GERALDO PEDRO ALEXANDRE

da Rio Espera (Minas Gerais, Brasile), passato al Signore in Rio de Janeiro il 10 giugno 1996, a 60 anni di età, 39 di professione religiosa e 29 di sacerdozio.

Era sedicenne  il nostro “Pepê” - com’era chiamato nell’intimità della famiglia orionina - quando scelse di entrare  nella comunità di São Julião per frequentare il ginnasio,  coltivare e irrobustire il seme della vocazione religiosa e sacerdotale.

Nato il 26 novembre 1936 e battezzato il 3 dicembre successivo, frequenta la scuola elementare (1943-50), distinguendosi per la buona pietà .

Entrato nel Noviziato di Belo Horizonte (1956-57), sotto la guida di Don Luigi Lazzarin, studia lo spirito e le regole di Don Orione e le proprie attitudini personali, confermandosi nella scelta fatta e professando per la prima volta l’11 febbraio 1957. Compiuto il tirocinio come assistente dei ragazzi nel vicino  Lar (1957-59) prima di proseguire gli studi della filosofia a Rio de Janeiro (1959-60) e del liceo a San Paolo (1960-62), pronuncia la professione perpetua di consacrazione a Dio, l’8 settembre 1963 a Juiz de Fora.

A Rio de Janeiro svolge con profitto il corso  teologico (1964-67), coronato dal Presbiterato che ottiene nella chiesa parrocchiale d’origine, a scopo vocazionale, il 9 luglio 1967, da Mons. José Brandão de Castro.

Destinato a Belo Horizonte come insegnante e assistente dei ragazzi, aiuta nel ministero parrocchiale con generosità e discrezione (1967-75). Passa poi Vicario parrocchiale a Porto Alegre (1975-77), a Ouro Branco (1977-79); e a Morada Nova come Parroco (1979-81).

Dopo un anno (1982) a Belo Horizonte, collabora  alla cura pastorale nel nostro Santuario Parrocchia “Ntra. Sra. de Fatima” fino al 1986. Nel frattempo emette il IV° Voto di speciale fedeltà al Papa (12 marzo 1984). Ha pure la gioia di festeggiare, nel 1992, il 25° di ordinazione tra la sua gente di Rio Espera, profondamente cattolica.

Lavora come viceparroco nella Parrocchia di San Francesco Saverio di Niteroi, accettando ed offrendo al Signore i suoi problemi di salute che vanno aggravandosi, costringendolo alla dipendenza (1986-95), ma prodigandosi senza risparmio  alla guida e al bene  delle anime.

Nel 1995, per dargli maggiore assistenza, i superiori lo destinano a Rio - Jardin Botanico dove, tra Parrocchia ed Ospedale,  Pe. Geraldo continua a vivere il sacerdozio “fervoroso e ardente a imitazione del nostro santo fondatore Don Orione e del nostro venerabile Don Sterpi” , com’è scritto nella sua domanda per il Presbiterato del 18-12-1966.

Definito di “indole buona, caritatevole, gioviale, docile e rispettoso, ubbidiente e sempre ben disposto a qualunque lavoro, e atto a diverse mansioni; il lungo lavoro apostolico e personale plasma la sua personalità nell’umile e  discreta operosità, capace d’anteporre l’utile servizio alla carica da ricoprire.

La domanda: ”che lavoro dovrò svolgere nella nuova comunità?”, che seguiva alla sua pronta obbedienza,  denota la capacità di nascondere nella gioia e nella serenità la  sofferenza che, pur fiaccandone il fisico, ne fortificò lo spirito e il desiderio di santità, ch’egli alimentò alla scuola dell’altare e agli esempi di Don Orione,  riferimenti costanti del suo essere sacerdote e consacrato.

dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia" maggio agosto 1996