Figli della Divina Provvidenza (FDP)

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ordine alfabetico per Cognome

 

 Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario)  

 

Z

 

1.      Zaccagnini Francesco

2.      Zaccaro Michele

3.      Zak Jan

4.      Zambarbieri Alberto

5.      Zambarbieri Angelo

6.      Zambarbieri Giuseppe

7.      Zanatta Mario

8.      Zanatta Umberto

9.      Zanella Saverio

10.  Zani Luigi

11.  Zanichelli Nino Giuseppe

12.  Zannoni Pellegrino

13.  Zanocchi Giuseppe

14.  Zebri Guido

15.  Zuchegna Lorenzo

16.  Zuchegna Vincenzo

17.  Zuliani Valentino

18.  Zumbo Vincenzo

Sac. Vincenzo ZUMBO

Tornato a Dio in Reggio Calabria il 14 giugno 2006, a 86 anni d’età, 66 di Professione religiosa e 55 di sacerdozio. Riposa nel cimitero di Condera a Reggio Calabria.

Nativo di San Lorenzo nella zona dell’Aspromonte (Reggio Calabria), di famiglia povera ma profondamente religiosa e credente, Vincenzo era il terzo di cinque figli di Giovanni e di Giulia Arganello. Nacque il 7 maggio 1920, battezzato il 6 giugno successivo e cresimato il 6 agosto 1932.

Durante le scuole dell’obbligo, il piccolo Vincenzo che già mostrava una sentita pietà e segni di vocazione, rimase orfano di padre a 11 anni. Per interessamento dell’arciprete fu accolto al “Paterno” di Tortona, il 2 settembre 1933, e indirizzato all’istituto di Genova – Salita Angeli per le prime classi medie, seguite dal ginnasio a Voghera e Montebello (8’33-’38), che lo confermarono nel cammino della consacrazione.

Fatta la domanda per il noviziato, lo trascorse a Villa Moffa di Bra (Cuneo), sotto la guida di Don Giulio Cremaschi, nell’anno 1938-39. Ebbe la gioia e la grazia di conoscere il Padre Fondatore e di emettere nelle sue mani i primi voti religiosi, il 15 agosto 1939. Completò poi il liceo filosofico a Tortona dal ‘39 al ’42.

Durante il tirocinio nell’istituto di Anzio, nel ’42 la casa fu chiusa per i bombardamenti e Vincenzo passò a Velletri Colle Giorgi, aiutando il direttore. Dopo lo sbarco di Anzio, peggiorando la situazione, anche questo probandato fu chiuso e i ragazzi mandati a casa. Il ch. Zumbo fu incaricato di accompagnarne qualcuno a Roma e di aiutare il direttore del San Filippo Neri di Via Appia Nuova, aiutandolo per qualche mese, come segretario personale. Passò poi ad assistere gli anziani del Piccolo Cottolengo di Via Poerio a Monteverde (’45-’46).

Le tristi vicende belliche lo confermarono nella consacrazione e nel proposito di servire Dio e il prossimo più bisognoso. Ripresi gli studi nel Teologico di Tortona, fece quivi la Professione perpetua il 29 giugno 1947, nelle mani di Don Carlo Pensa, ricevette il Diaconato il 17 dicembre ’49 e fu ordinato sacerdote il 29 giugno dell’Anno santo 1950, a Tortona, dal Vescovo Mons. Egisto Domenico Melchiori.

Con la sua salute cagionevole, che accettò e convisse nella fedeltà alla vocazione, iniziò il suo apostolato e servizio sacerdotale, caratterizzato – come scrisse il Superiore generale ai confratelli di Reggio Calabria – “da un’attitudine umile, discreta, disponibile ai luoghi ed alle persone che la Divina Provvidenza gli affidò nei suoi 66 anni di Professione religiosa e 55 di sacerdozio.”, fedelmente vissuti nello spirito e nel carisma del Fondatore.

Il suo “curriculum” dopo l’ordinazione: assistente all’’istituto S. Antonio di Reggio Calabria (’50-’52), ad Anzio (Roma) assistente ed economo, prima (’52-’57) direttore poi (’57-’59) dell’istituto S. Cuore per ragazzi poveri. Dopo un anno d’assistenza agli orfani della casa di Via Induno a Roma, fu a Reggio Calabria, assistente al S. Antonio (’60-’64), segretario del Centro Addestramento Professionale del S. Prospero (’64-’69); nuovamente al S. Antonio come vicario ed economo (’69-’84) ed economo (’84-’90), con incarico di cappellano confessore d’altri istituti.

Trascorso un triennio come collaboratore parrocchiale del santuario “Maria SS. Consolata” a Messina, nel 1992 fece definitivamente ritorno alla “sua” Reggio, come consigliere fino al ’98, ma soprattutto continuando quello che sempre fece oltre gli incarichi: l’esercizio del ministero dell’ascolto e della riconciliazione, con le visite ai malati e poveri a domicilio, finché le forze glielo permisero, ed abitando con gli anziani della casa di riposo, che lo consideravano il loro padre spirituale.

La vigilia della sua morte, festa di S. Antonio di Padova, tanto sentita e partecipata dai reggini, dopo la s. messa, salirono in processione con la statua del Santo fin davanti alla casa di riposo, dove tutti attendevano in preghiera, e hanno chiesto una parola a Don Zumbo, che tutto contento disse “di fidarsi pienamente in Dio, anche quando le forze se ne stanno andando.”. Invitato, diede poi la benedizione ai presenti: era l’ultima. Il giorno successivo, verso le ore 15, l’infarto.

Prontamente soccorso, ricevette l’assoluzione del direttore provinciale che lo assisteva con Don Romolo e recitata insieme l’Ave Maria, serenamente spirò.

I funerali si celebrarono il 15 nel Santuario Parrocchia “S. Antonio di Padova” partendo dalla cappella della vicina casa di riposo dove era stato vegliato dai confratelli, suore, e molto popolo, presenti il Vicario generale della Diocesi Mons. Gianni Latella, in rappresentanza dell’Arcivescovo, con celebranti molti confratelli religiosi e diocesani. Ora riposa nella cappella della comunità nel cimitero di Reggio Calabria, accanto agli orionini che lo precedettero nel fare il bene nel nome e nello spirito di San Luigi Orione.

(dagli "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia")

 

La presenza di Don Orione tra i terremotati (1908) di Vincenzo Zumbo