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(31)
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Leonio
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Sac.
Giovanni Battista LUCARINI
Piamente deceduto al Piccolo
Cottolengo orionino di Los Cerrillos – Santiago (Chile), il 26 ottobre 2004,
a 89 anni d’età, 69 di Professione religiosa e 65 di sacerdozio.
Era venuto in Italia per la canonizzazione di Don Orione,
pur sentendosi declinare le forze e la salute. E contento, dopo aver rivisto
e salutato confratelli, amici e benefattori, è tornato in Cile, sua seconda
patria, che amava di cuore, avendo dedicato la vita nell’apostolato
sacerdotale a bene dei poveri, bisognosi e dei “descapacidados” di quella
terra, facendosi ovunque benvolere nel nome del novello Santo.
Nacque a Pieve Bovigliana, provincia di Macerata diocesi
di Camerino, il I° maggio 1915, fu battezzato il 13 successivo e cresimato il
19 settembre ’20. La sua vocazione orionina – lo ripeteva spesso e volentieri
– “è una delle spighe che altrimenti andrebbero perdute” come si legge nella
famosa lettera di Don Orione ai parroci d’Italia per la questua delle
vocazioni povere, autentica passione del nostro Fondatore. Il suo parroco,
Don Raffaele Campelli (poi Vescovo di Cagli e Pergola per tanti anni),
rispose con fiducia a Don Orione, inviando con Don Remo Ciccioli, direttore
di San Severino Marche, Lucarini, Aureli con altri otto giovinetti dei
dintorni.
Fu accolto il 17 ottobre 1928 al “Paterno” di Tortona, da
Don Orione stesso, che lo vestì dell’abito religioso nella notte di Natale
successiva. Compiuto il ginnasio con i “corsi di fuoco” (’28-’31), fu
destinato all’Istituto Divin Salvatore a Roma per il corso di Filosofia alla
“Gregoriana” (’31-’34). Completato l’anno di noviziato a Villa Moffa di Bra
(Cuneo) con i primi voti religiosi nella festa dell’Assunta ’35, frequentò il
corso teologico presso il Collegio per missioni estere di Brignole – Sale a
Genova, fino al ’39, espletando contemporaneamente il tirocinio, insegnando
ai probandi di Genova Borzoli.
L’8 dicembre ’38 professò in perpetuo nelle mani di Don
Sterpi; ricevette il Diaconato a Voghera il 25 giugno ’39 e fu ordinato
sacerdote il 29 dello stesso mese a Tortona, da Mons. Egisto Domenico
Melchiori.
Dopo l’ordinazione fu assistente dei chierici di
filosofia al “Pansarasa” e viceparroco nella parrocchia S. Michele di
Tortona, nonché vicerettore del santuario Madonna della Guardia dal ’41 al
’43. Passò poi ad Alessandria, direttore dell’istituto S. Antonio per
fanciulli poveri e Parroco di San Rocco e Baudolino, fino al ’47. È di questo
periodo la sua coraggiosa opera a favore dei perseguitati, durante la guerra.
Rischiando la propria vita, attuò l’invito dei vescovi piemontesi del ’44 ad
“asconde fugientes et vagos ne prodas.”, nascondendo e proteggendo fuggiaschi
e ricercati dai nazifascismi: non solo oppositori, ma anche partigiani, politici
e membri del comitato locale di liberazione, compresi alcuni ebrei mandatigli
dall’Arcivescovo di Torino, Card. Maurilio Fossati. Gesti che anche altri
orionina facevano, sull’esempio del Santo fondatore Don Orione.
Il 23 febbraio ’48, da Genova, con la motonave “Maria
Costa” salpò per il Sud America con altri missionari: 12 orionini, 9
guanelliani e 3 francescani, sistemati nella stiva trasformata in dormitorio,
essendo allora rare le navi passeggeri, a causa della guerra. Dopo varie
tappe, giunsero a Buenos Aires il venerdì santo del marzo successivo, accolti
da Don Carlo Pensa, allora in visita alle locali comunità ed opere. 10 giorni
più tardi, Don Lucarini e Fratel Baiardi Vittorio, proseguirono col treno
“transandino”, attraversarono la cordigliera delle Ande giungendo dopo tre
giorni alla stazione di Mapocho, vicino Santiago, il 12 aprile ’48, ricevuti
da D. Carradori, Don Morlupi e Don Luigi Favarato. Qui iniziò il suo lungo,
paziente e tenace apostolato a favore dei giovani, dei poveri e dei “diversamente
dotati”, bisognosi di aiuto fisico e spirituale.
Fu nominato direttore del collegio Don Orione fino al
’61; dal ’55 fu Delegato “ad nutum superioris” del Cile, e dal ’57 anche
parroco della parrocchia S. José B. Cottolengo. Dal ’61 al ’64 l’obbedienza
lo pose direttore provinciale dell’Argentina e dal ’64 al ’70 Viceprovinciale
della Spagna. Dopo una parentesi di tre anni come vicario ed economo a Genova
Paverano, dove poté curarsi pure la salute, nel ’73 fece ritorno in Cile
iniziando e dirigendo il nuovo Piccolo Cottolengo a Rancagua, fino al 1981.
Ritornato al Piccolo Cottolengo di Los Cerrillos, vi
rimase fino alla morte, ricoprendo alternativamente gli uffici di economo,
direttore e vicario della comunità, ma soprattutto donandosi senza risparmio
al bene degli ospiti, nei quali, sull’esempio di San Luigi Orione vedeva
l’immagine di Dio.
Schietto, aperto, di buono spirito e di sentita pietà,
sensibile e generoso, visse l’obbedienza nella collaborazione e nella
concordia, superando difficoltà e tessendo buoni rapporti con benefattori e
collaboratori. Per il suo multiforme apostolato in terra cilena ebbe
decorazioni ed onorificenze che esaltarono l’opera e lo spirito di Don
Orione: dal Card. Francisco Javier Errázuriz ebbe la “Cruz del Apostolo Santiago”
per il suo servizio alla Chiesa cilena; dall’autorità civile ebbe
l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine di Bernardo O’ Higgins e la
cittadinanza cilena per il suo apporto e sensibilizzazione verso l’Opera e il
Piccolo Cottolengo; infine, Cavaliere della Repubblica Italiana, per la
solidarietà e il lavoro italiano all’estero. Il tutto, Don Lucarini lo
attribuì come omaggio di gratitudine a San Luigi Orione e alla Virgen del
Carmen, che sempre l’aiutarono nel suo apostolato.
I funerali si svolsero nella parrocchia di San José B.
Cottolengo a Los Cerrillos. È tumulato nella cappella orionina del cimitero
di Santiago.
(dagli "Atti e
Comunicazioni della Curia Generalizia")
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