Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
O (19)
1. Ojan Mario 8. Onofri Enea 10. Orione Luigi 11. Orlandi Luigi 12. Orsini Stefano 14. Orzi Nazareno 15. Osmalek Jan 17. Oteiza Teodoro 18. Ottaggi Eugenio 19. Ottavi Filippo |
Sac. Stefano ONGARI passato al Signore il 31 maggio 2000, in Bergamo, a 79 anni d’età, 61 di professione religiosa e 51 di sacerdozio. Riposa nel cimitero di Vigo Rendena (Trento). Da qualche tempo era afflitto da disturbi circolatori, causa un grave incidente d’auto, ma nessuno si attendeva l’improvviso collasso cardiaco, che lo portò al Signore. Il ricordo che rimane di lui è quello di un sacerdote vigoroso, pronto alla fatica, animato di spirito di sacrificio e zelo pastorale, legato da profondo amore alla vocazione e alla sua famiglia religiosa. Nato a Pelugo (Trento), il 9 ottobre 1920, frequenta le scuole elementari e inizia pure le medie nel suo paese, per continuare poi gli studi, come aspirante dell’Opera, a San Bernardino in Tortona, ove entra il 16 ottobre 1936, e fa i primi corsi di studente, che completa a Genova Quarto Castagna, ove gli fu educatore il beato Francesco Drzewiecki. Al termine del suo noviziato a Villa Moffa di Bra Bandito (Cuneo) (1938-39), emette la sua prima Professione nelle mani stesse del nostro Beato Fondatore, la notte dell’Assunta 1939. Dopo il liceo, frequentato sempre a Villa Moffa, Don Stefano inizia il tirocinio nel 1941, assistendo i giovani nell’Istituto Sacro Cuore di Fano (Pesaro) fino al 1944. Passa quindi all’Istituto San Filippo Neri di Roma, ove, mentre conclude il tirocinio, inizia pure la Teologia. Emette la Professione perpetua il 25 dicembre 1946. Trasferito al Collegio “Dante” nel 1947, prosegue la Teologia a Tortona. Il 27 marzo 1948 è ordinato Diacono e il 29 giugno seguente riceve la consacrazione sacerdotale. Si dedica all’apostolato: a Lu Monferrato (1948-49), a Novi Ligure nel Collegio San Giorgio (1949-53), assistente al Manin di Venezia (1953-56), al Collegio Dante di Tortona (1956-60), ove, stimatissimo dal suo Direttore Don Mario Cazzulo, si dedica con particolare incarico all’assistenza dei convittori, fa scuola di religione e lascia vivo ricordo tra gli ex alunni. Nel 1960 è a Campocroce di Mirano (Venezia), con i probandi; dal 1961 al 1967 lavora, quale assistente dei giovani operai, a Torino, ove, con Don Pollarolo, collabora agli inizi dell’importante Parrocchia delle Vallette, e a lui succederà come Parroco. Dal 1967 al 1969 lo ritroviamo nella sua terra d’origine, a dirigere con passione il piccolo probandato di Clés. Dal ’69 al ’75 dirige la Casa del giovane lavoratore annessa al Piccolo Cottolengo di Milano, e dal ’75 al ’81 è di nuovo a Torino alle Vallette per poi tornare a Milano, come viceparroco, nella parrocchia di S. Benedetto (1981-83). Nel 1984 Don Stefano inizia una nuova attività fra gli emigranti italiani in Magonza (Germania), nella Casa Missionaria offerta dall’UCEI. Vi lavora con particolare impegno fino all’87. Torna in Italia, a S. Maria la Longa (Udine) dall’87 al ’91. Dal 1992 è destinato a Pontecurone (Alessandria), come vicario della nuova Casa di riposo, con particolare impegno per il vicino Santuario della Madonna delle Grazie di S. Agostino a Casei Gerola. Con passione e abilità, egli cura quella chiesa e quella devozione, legate alla santa memoria di Don Orione fanciullo, attirandosi la stima del clero, ma anche la benevolenza di tanti benefattori, che lo aiutano ad abbellire in modo encomiabile l’antico santuario. Possiamo affermare che il Signore volle cogliere il nostro sulla breccia. Il rapido declino della salute e il doloroso incidente stradale del maggio 2000, interruppero la sua attività ancora vivace. Tanta varietà d’incarichi e d’esperienze in diversi settori apostolici, illuminano la prontezza e disponibilità di Don Stefano. Celebrando nel 1998, il suo cinquantesimo d’Ordinazione, aveva fatto stampare, sull’immagine ricordo, un elevato grido di riconoscenza a Dio: “Quid retribuam Domino?…” Da: "Atti e comunicazioni della
Curia generalizia" |