Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
O (19)
1. Ojan Mario 8. Onofri Enea 10. Orione Luigi 11. Orlandi Luigi 12. Orsini Stefano 14. Orzi Nazareno 15. Osmalek Jan 17. Oteiza Teodoro 18. Ottaggi Eugenio 19. Ottavi Filippo |
Sac Giovanni Olivotto da Grado (Trieste), morto a Udine il 30 novembre 1980, a 71 anni di età, 46 di professione e 42 di sacerdozio.
Era nato a Grado di Trieste il 2 giugno 1909. Entrò in Congregazione già ventenne il 15 ottobre 1929 portando quindi una buona esperienza dì vita cristiana vìssuta e di attività nella Azione Cattolica. Emessi i primi voti nel 1934, completava poi i suoi studi superiori a Tortona ed emetteva i Voti perpetui il giorno della Immacolata del 1938. Il 17 dello stesso mese era ordinato Sacerdote. L'anno successivo era inviato a Villa Eremo di Varallo come direttore di quell'Istituto. Passava quindi a Fano accanto al compianto Don Canavese e successivamente a Roma, nel Piccolo Cottolengo di Moiiteverde ove si prodigò con rara generosità per i vecchietti accolti in quella nascente opera, piccola ma tanto significativa. Fu poi anche alla Camilluccia di Roma in mezzo agli orfani quando era colà direttore l'attuale Vescovo di Tocantinopolis (Goias) Mons. Chizzini. Per alcuni anni fu di valido aiuto nella parrocchia di Spezzano Albanese (Cosenza). Gli ultimi anni della sua vita religiosa li passò nel villaggio del Fanciullo di Palermo, che aveva ora provvisoriamente lasciato per esser meglio curato a Santa Maria la Longa di Udine, nel nostro moderno e attrezzato Piccolo Cottolengo. Le relazioni dei superiori sempre lo qualificano «esatto, gioviale, coscienzioso, sempre pronto all'obbedienza ». Lo riconoscono anche amante della musica nel miglior significato del termine, in quanto il caro confratello era un provetto suonatore di strumenti a fiato e spesso fece parte dei nostri complessi bandistici, in modo particolare a Tortona, ove dirigeva la banda dei chierici che tanto piaceva al Padre Fondatore. Sempre per lui la musica era mezzo di apostolato. Ma lo ricordiamo soprattutto per una speciale assiduita al confessionale e per una singolare prontezza nel servire i malati, anche i più ripugnanti proprio nel solco lasciatoci da Don Orione. Il lungo ultimo calvario, lontano anche dalla sua comunità di Palermo avrà certo contribuito in modo rilevante a rendere più fulgida la sua già ricca corona di meriti. Da: Atti e comunicazioni della Curia generalizia |