Figli della Divina Provvidenza (FDP) A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z ordine alfabetico per Cognome
Necrologio Figli della Divina Provvidenza (ricordati nel giorno anniversario) |
N (13)
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SAC. NEGRI LINO da Galbiate (Como) (ora Lecco), passato al Signore nella Casa di Camaldoli-Genova il 12 febbraio 1989, a 72 anni di età, 53 di professione religiosa e 46 di sacerdozio. Accolto a Tortona nella Casa Madre il 20 ottobre 1932, dopo le prime classi ginnasiali fatte presso i Tommasini del Cottolengo, ricevette l'abito sacro nel santuario della Guardia la vigilia della festa, il 28 agosto 1933: completato il ginnasio venne ammesso al noviziato (1935-36) e destinato poi a Genova per il liceo, nel periodo dei chierici generosi lavoratori alla costruzione degli edifici primi dell'Opera alla Castagna. Durante l'anno 1935-36 compiva il suo noviziato, conchiuso con l'ammissione ai voti religiosi il 7 ottobre 1936 a Villa Moffa. L'anno dopo, a compiere il suo tirocinio e concludere il liceo, era mandato all'istituto Acandia nell'isola di Rodi, dove conseguiva l'abilitazione magistrale e faceva da insegnante ed assistente a quei giovani armeni e turchi. Nel 1940-41 era a Genova-Camaldoli per il corso di teologia, completata l'anno dopo al Boschetto e a Rosano di Tortona. Riceveva il Presbiterato a Tortona da mons. Melhiori il 3 ottobre 1943. Subito dopo, la salute del caro confratello segnava i primi rischi per malattia di petto, che consigliarono ai superiori un suo ricovero ad Arosa (Svizzera), da cui ritornò guarito, ma con periodo di riposo a Quezzi. Nel 1948 era addetto all'assistenza dei Sacerdoti malati ai Camaldoli; di qui, nel 1950, passò a Lopagno (Svizzera) dove trascorse un decennio di buone possibilità di lavoro, come direttore particolarmente dotato di attenzioni fraterne a quei poveri fanciulli. Dal settembre 1958 al 1961 era direttore degli orfanelli raccolti nella casa della Bricherasio a Fubine (Alessandria) e, passati alcuni anni a San Remo, particolarmente favorevoli alla sua salute, nel 1969 lo troviamo a Genova-Camaldoli ove collabora fino alla morte, nelle molteplici richieste di ministero sacerdotale e di aiuto infermieristico, specialmente al conforto dei sacerdoti infermi. La sua corrispondenza, chiara e confidente, con i superiori, durante gli anni delle sue dirette responsabilità nelle istituzioni dell'Opera, rivela la sua indole ricca di affezione al Fondatore e ai confratelli. Le lunghe traversie impostegli dalla salute, sempre precaria e provata, non tolsero mai a don Negri la serena fiducia nel Signore e la generosa applicazione ai suoi doveri, né gli impedirono di servire al Signore nella letizia del cuore. Atti e
comunicazioni della curia generale, gennaio aprile 1989
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