SAC. LESZEK
WOJTYŚ
Serenamente
spentosi nella Casa Don Orione di Łażniew
(Polonia) il 24 marzo 2017, a 83 anni di età, 64 di professione religiosa e 58
di sacerdozio. Apparteneva alla Provincia religiosa “Madonna di Częstochowa” (Varsavia).
Nacque il 19 luglio 1933 a Rosków
(Kielce) dai genitori Józef (+ 15/04/1965) e Maria Wołoszynowska (+20/05/1972); aveva otto fratelli. Fu
battezzato lo stesso giorno e cresimato il 13 giugno 1942.
Entrò in Congregazione a Żduńska
Wola il 1° settembre 1949, studiando nel probandato
per due anni; il 15 agosto 1951 iniziò l’anno di noviziato concludendolo con la
professione dei primi voti religiosi il 15 agosto 1952.
Sempre a Żduńska Wola, nel Seminario maggiore orionino
fece il corso teologico ed ecclesiale in preparazione al sacerdozio (1952-58);
professò in perpetuo il 15 agosto 1956, ricevette il Diaconato nella Cappella
dell’Icona miracolosa della Madonna Nera a Częstochowa
il 15 maggio 1958 e venne ordinato sacerdote il 13 luglio successivo a Żduńska Wola.
Dopo l’ordinazione, il suo apostolato si svolse
soprattutto in ambito parrocchiale e catechetico: vicario parrocchiale e
insegnante di religione. Fu a Żduńska Wola (1958-60), un anno a Bołesław
(Ołkusz); nella parrocchia “S. Cuore di Gesù” a Włocławek (1961-63), a Malbork
(1963-66) e a Kalisz fino al 1973 con la costruzione
della nuova chiesa parrocchiale.
A Rybna lavorò come
direttore, economo e parroco (1973-78); nella parrocchia “San Giovanni
Battista” di Malbork fu parroco, e, dopo un triennio,
fu trasferito a Żduńska Wola,
economo della Casa Missionaria (1981-84), per dirigere poi l’opera di Zielenice. Ritornato a Żduńska
Wola nel 1987, viene nominato parroco della
parrocchia “Sant’Antonio di Padova”.
Con la crisi sociale ed economica regnante in quel
periodo, il superiore provinciale gli propose di aprire una casa-asilo per i
“senza tetto” per proteggerli dai rigori invernali. Don Leszek
accettò con fede l’obbedienza e, cosciente della sua mancanza di preparazione
professionale, avendo lavorato per 33 anni solo in ambito parrocchiale, decise
d’imparare come vivono i “senza tetto” per capire ed aiutarli al meglio.
Dopo un convegno di tre giorni dei responsabili degli
“Asili” per i “clochards” e alcuni loro indirizzi, peregrinò come uno di loro,
vivendo, mangiando, dormendo e arrangiandosi come loro, ascoltandoli nei vari
asili. “Quella esperienza è stata per me
la migliore scuola di vita” disse in seguito. Nel 1991 si trasferì a Czarna vicino a Wołomin in
una casa vuota e in rovina, la riadattò con l’aiuto di volontari e confratelli,
trovando nell’ambiente molta opposizione agli inizi, “perché la gente aveva paura degli ubriachi e dei ladri”. Col passar
del tempo, gli stessi si affezionarono ed aiutarono l’opera e gli ospiti,
vedendo con quanta carità e amore si rispondeva alle disgrazie umane. “Per sette anni non ho mai dovuto comprare
un pezzo di pane né qui né lì. Spesso eravamo addirittura noi a distribuire il
pane con la minestra alle altre famiglie che venivano qui a prenderlo.”
Nel 1994 Don Wojtyś fu
trasferito a Henryków (Zduńska
Wola) per portare avanti un altro Ostello per i “senza
tetto”, dove rimase, con diversi incarichi fino al 2015. Questo secondo
Ostello, fu aperto dal confratello Don Józef Kubicki, ex prigioniero del lager di Dachau e compagno di
sventura del Beato Francesco Drzewiecki. Qui Don Wojtyś continuò l’opera e l’apostolato di Don Kubicki. Nei primi 7 anni accolsero ben 1.500 clochard, “sporchi, malati e bisognosi di tutto”,
sprovvisti di assistenza sanitaria; negli anni successivi gli assistiti
aumentarono fino a stabilizzarsi giornalmente a circa quaranta in estate e un
centinaio nel periodo del gelo invernale.
Il confratello portava uno stimolatore cardiaco e a
qualcuno dei suoi “angioletti”, -come li chiamava-, lo invitava a risparmiarsi,
rispondeva con grande pace interiore: “che
questa era ormai la sua ultima casa e la prossima doveva essere già il Paradiso
con San Luigi Orione che diceva: ‘chi dà al povero, dà a Dio e da Dio riceverà
la sua ricompensa’”.
Don Leszek Wojtyś più volte fu nominato il “Personaggio più
significativo della città di Zduńska Wola” e gli fu anche conferita la “Croce dell'Ordine al Merito degli Ufficiali della Repubblica polacca”.
Nel 2015, per motivi di salute fu trasferito a Łaźniew, dove rimase fino al giorno della sua
morte. Anche qui, nonostante si muovesse solo in carrozzella, andava ogni
giorno a pregare, dialogare e ascoltare gli altri malati, in modo speciale nel
reparto dei “senza tetto” lungodegenti.
I funerali si celebrarono il 30 marzo 2017 nella
parrocchia orionina di Zduńska
Wola, con successiva tumulazione nella tomba della
Congregazione nel cimitero cittadino.